martedì 1 ottobre 2013

Giornata del Contemporaneo: Giuseppe Biguzzi - Noli me tangere


 

Evento organizzato in occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI



presentano
Giuseppe Biguzzi
Noli me tangere

 
cura e testo
Carolina Lio

INGRESSO LIBERO
La mostra termina il 19 ottobre


La Galleria Marconi di Cupra Marittima aderisce alla 9ª Giornata del Contemporaneo promossa da Amaci. Il 5 ottobre 2013 nelle sue sale sarà possibile visitare Noli me tangere, mostra personale di Giuseppe Biguzzi a cura di Carolina Lio.

La mostra, organizzata dalla Galleria Marconi e da Marche Centro d'Arte, presenta le opere di Giuseppe Biguzzi, uno dei vincitori del Premio ORA.

La mostra potrà essere visitata dalle ore 16 alle ore 19.30, chi non riuscisse a passare sabato 5 ottobre però non deve disper
are, perché la mostra resterà aperta fino al 19 ottobre 2012, tutti i giorni, esclusa la domenica, dalle 16 alle 19.30.

 
 Il titolo della personale, Noli me tangere (non voglio che mi tocchi), è stato scelto per indicare la chiusura che le figure di Biguzze sembrano avere, come spiega molto bene la curatrice Carolina Lio: “I soggetti di Giuseppe Biguzzi sono ripetuti, reiterati, dipinti più volte di seguito in numero progressivo come in uno studio attento e ossessivo. Sono sempre giovani donne piuttosto scarne in un atteggiamento di chiusura, girate di spalle, curve, raggomitolate, nell'atto di abbracciare se stesse proteggendosi nelle loro ossa evidenti, un po' mascoline. Vivono in una discrezione eccessiva, evitando di guardare e di mostrare gli occhi. Sono una versione pudica e delusa delle donne di Klimt e come le donne di Klimt esistono veramente, fanno parte delle conoscenze dell'artista e si prestano ad essere sezionate e studiate, timidamente accettano di essere spiate e diventare oggetto d'arte, per quanto evidentemente subiscano come un'invasione questo occhio neutro e critico che le scruta. Il loro, è il ritiro in se stesse di un animale in gabbia che non potendo sottrarsi dall'esposizione al pubblico gira gli occhi verso il nulla e chiude le proprie forme in un'illusione di riservatezza. Ma la modella, sempre identificata con un nome proprio e quindi anche ritratto di una persona oltre che di un atteggiamento, cerca riparo da cosa? Dall'occhio tagliente dell'arte? Oppure la persona, cerca protezione dal mondo esterno? Oppure ancora il simbolo della persona cerca riparo da una società che ruba l'anima strappando a pezzi quello che di noi gli concediamo conoscere?

 
Il fatto che il fondo sia sempre monocromo, suggerisce delle risposte. Senza contesto, l'essere umano è più persona e meno attore sociale. Slegato dalle cose, dalle azioni, dagli ambienti e dai suoi simili, vive in una sorta di astrazione, una sospensione e una deprivazione. Dal fatto che questi corpi rifiutino anche l'unico contatto che sarebbe loro possibile in questo vuoto - ovvero lo sguardo dello spettatore e il contatto con lo spazio fuori del quadro - possiamo pensare a un isolamento volontario, ma evidentemente malinconico.”

info
Galleria Marconi di Franco Marconi
C.so Vittorio Emanuele, 70
63064 Cupra Marittima (AP)
tel 0735778703

e-mail galleriamarconi@vodafone.it
web http://www.siscom.it/marconi
blog http://galleriamarconicupra.blogspot.com/
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