lunedì 8 agosto 2011

MCdA: Daniele Duranti

VIAGGIO
DC - Partire per scoprire, per vedere cose nuove e ritrovare cose già viste, per vedere de visu. Il viaggio è un modo per crescere, conoscere, raccontare. Tu qui racconti un viaggio, un luogo, un sapere collettivo, un mondo che hai visto e che si integra nel viaggio con le mille cose assorbite da cinema e letteratura.

DD - Il viaggio in America del nord “raccontato” nell’ultima serie di lavori è il risultato di cose viste realmente, film, libri e immagini ricavate da internet. Il mio lavoro unisce vari ambiti, mescola le carte di una coscienza collettiva formata attraverso l’esperienza concreta ma anche plasmata dai media e dalle nuove tecnologie. Il viaggio viene visto come metafora della vita stessa, come un’esperienza globale che unisce l’interiorità e il corpo dell’individuo. Tutte le esperienze fatte vengono metabolizzate e si ripropongono in un unico prodotto da osservare e contemplare. Quello che si crea è una sorta di realtà modificata e ampliata, non più certa e rassicurante ma insidiosa ed ambigua.



VERITA/FINZIONE
DC - Verità e finzione rendono molto bene, quest’idea di sospensione tra letteratura, cinema e realtà. Nell'opera emerge una sovrapposizione tra verità e finzione, tra visto di persona e conoscenza collettiva. È un gioco ammiccante dove non sveli cosa hai realmente visto e cosa hai ripreso, credo che il gioco tra verità e finzione si esprima ed esplichi attraverso la scelta e l'uso della fonte.

DD - La fonte è un elemento essenziale nella mia ricerca pittorica. È grazie a quest’ultima che possiamo risalire al concetto di verità e finzione. La fonte rivela il contrasto che esiste tra la produzione e la riproduzione e ne svela il dubbio. Nelle mie opere queste due cose rimangono volutamente confuse quasi a sottolineare l’abitudine a guardare attraverso una realtà riprodotta. Le cose viste realmente e le cose “assorbite “dai media grazie alla pittura si sovrappongono e danno come risultato qualcosa di irripetibile ed unico.



VISIONE
DC - La visione in questo modo però diventa ingannevole, un falso che si sovrappone e che è vero finché non si svela il gioco. Una pittura precisa, un disegno minuzioso che narrano un mondo che è vero ma nello stesso momento inesistente, fissato in immagini ma scomparso, trasformato, non più reale. Il velamento/svelamento si completa nella mancanza di indicazioni su cosa hai visto realmente e cosa invece hai mediato dal cinema, dalla tv o dalla rete.
DD - Paesaggi primordiali virtuali, terre sconfinate da attraversare, caotiche metropoli modulari, tutto rientra all’interno di un percorso che segna la poetica di questo lavoro. La pittura blocca un’immagine, una sensazione, un’idea, dona concretezza e sostanza. La visione, fino ad allora ingannevole, vive di vita propria ed acquista credibilità proprio grazie alla veridicità e la materia del linguaggio pittorico.




Suggestioni:
DC - Panino al prosciutto di Charles Bukowski, Forrest Gump, American Beauty, Juke-box all'idrogeno di Allen Ginsberg DD - Le città invisibili di Italo Calvino, Sulla strada di Jack Kerouac, Marlene Kuntz, Into the Wild (libro e film), Mediterraneo di Salvatores, Wim Wenders, Walter Bonatti, Jack London.

Dario Ciferri


Questo discorso prosegue e si espande su http://mcda.cocalosclub.it/ - http://galleriamarconicupra.blogspot.com/ - http://diaridalcontemporaneo.blogspot.com/ - http://www.nudicomevermi.blogspot.com/



photo: Marco Biancucci http://www.fforfakecv.it/

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